Hitler a Milano. I crimini di Theodor Saevecke capo della Gestapo by Luigi Borgomaneri

Hitler a Milano. I crimini di Theodor Saevecke capo della Gestapo by Luigi Borgomaneri

autore:Luigi Borgomaneri [Borgomaneri, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Historical, History, General, Wars & Conflicts, World War II
ISBN: 9788879811002
Google: 6td-AAAAIAAJ
Amazon: 8879811002
editore: Datanews
pubblicato: 1997-03-15T10:34:27+00:00


145Cfr . Riassunto numerico operazioni eseguite dal settembre 1943 al 20 settembre 1944 XXII, in ISMEC, II, Fondo Fontanella, II, b. 34, f. 3.

146Cfr. nota 125.

147 Promemoria per il capo del servizio politico. Relazione d'inchiesta, in ISMEC, II, Fondo Fontanella, II, b.

34, f. 3.

148Deposizione del dottor Cesare Gatti, cit.

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Responsabili delle sevizie però, questa volta, non sono i soliti Franz, Koch o Gradsack ma Manlio Melli e Dante Colombo (da non confondersi con Franco Colombo, comandante la legione Muti), due tra i più attivi e solerti collaboratori di Bossi. Di loro si sa poco: entrambi «di sicura fede Fascista», sono stati quasi contemporaneamente nominati «per equiparazione» sottotenenti della Gnr e, subito assegnati all'Upi, sono in breve diventati i dirigenti dell'Ufficio di polizia speciale. Colombo, ventiquattro anni, proveniente dalla fanteria, sarebbe laureato in scienze politiche nonché iscritto al terzo anno della facoltà di lingue straniere, Melli, ventitreenne ex volontario di guerra, è solo «dotato di buona cultura generale» ma, al pari del collega, afferma il capitano Bossi, «riunisce un complesso di requisiti che lo fanno ritenere ottimo sotto ogni punto di vista»149. Chi gli è passato per le mani lo ricorda invece diversamente: un bel giovanotto, alto e dai capelli biondo ossigenati, che prova piacere nel veder torturare le proprie vittime e nel far spogliare le donne. Al 25 aprile riuscirà a sfuggire alla giustizia partigiana e negli anni Sessanta si saprà che vive nell’Italia centrale. A lui, a Colombo e ai loro assassini si attribuiscono le peggiori ignominie commesse a San Vittore. Per strappare informazioni a Egisto Rubini, comandante la 3ª Gap, lo hanno torturato per sei giorni: gli hanno strappato i capelli e le unghie e, con un ferro arroventato, gli hanno riaperto una vecchia ferita all'addome riportata durante la guerra di Spagna. All'alba del 25 febbraio 1944 Rubini si è impiccato all'inferriata della sua cella.

A San Vittore Melli si muove come gli aggrada: gli arrestati li consegna ai tedeschi che, a differenza di tutti gli altri detenuti, glieli immatricolano con una apposita numerazione progressiva preceduta dalla sigla «US»150, poi se li riprende come e quando vuole per interrogarli in un locale a lui esclusivamente riservato.

Il 25 febbraio, grazie a due traditori, l'Ufficio speciale arresta altri due preziosi collaboratori della 3ª Gap: due comunisti, gli ingegneri Alfonso Cuffaro e il cognato Alfonso Montuoro e, il giorno dopo, la sorella di quest'ultimo, Maria, che a San Vittore, per ordine di Melli, verrà lungamente 149 Rapporto informativo del S. Ten. Melli Manlio e Rapporto informativo del S. Ten. Colombo Dante, entrambi i documenti, firmati dal capitano Ferdinando Bossi il 20 giugno 1944, in ISMEC, II, Fondo Fontanella, II, b. 34, f. 3.

150Impossibile sulla base della documentazione attualmente disponibile, individuare con certezza i criteri di assegnazione dei numeri matricolari riservati ai detenuti dell'Ufficio speciale poiché non sempre corrispondenti alla progressione cronologica di ingresso in carcere. Corrispondenza che data invece a partire dal 13 aprile 1944, con l'assegnazione del numero 1 US e prosegue fino al 15 giugno 1944 per un totale di 336



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